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Studio sull’impatto degli oli vegetali esausti con l’UNIVPM

L’impatto degli oli vegetali esausti è una minaccia sia per gli ecosistemi che per le infrastrutture fognarie quando vengono smaltiti in modo improprio.

Lo smaltimento improprio degli oli vegetali esausti è una minaccia sia per gli ecosistemi che per le infrastrutture fognarie. Ogni qual volta l’olio viene sversato negli scarichi, le tubature si ostruiscono sempre di più fino a richiedere interventi di manutenzione decisamente costosi. Accade, infatti, che l’olio esausto si attacchi alle pareti interne delle condutture riducendone progressivamente il diametro. Oltre a problemi infrastrutturali di questo tipo, l’olio esausto può causare gravi danni ambientali, simili a quelli provocati dal petrolio, perché crea una sottile pellicola sulla superficie dell’acqua, riducendone l’ossigenazione e mettendo a rischio la vita di pesci e altri organismi.

Effetti ambientali e contaminazione del suolo

Oltre ad avere effetti sull’acqua, gli oli vegetali esausti sversati nel suolo sono in grado di contaminare vaste aree. Inoltre, riducono il PH delle acque sotterranee impoverendole dei nutrienti essenziali per le piante. Per ovviare a questa carenza, gli agricoltori fanno un uso più massiccio di fertilizzanti innescando di fatto un circolo vizioso molto dannoso per l’ambiente Ciò nonostante, l’olio vegetale esausto non deve essere visto solo come un problema, ma anche come una potenziale risorsa in un’ottica di economia circolare. 

Economia circolare: da rifiuto a risorsa

Se correttamente riciclato, l’olio vegetale esausto può essere convertito in biodiesel, un carburante più ecologico rispetto ai combustibili di origine fossile perché non richiede estrazione e trasporti a lungo raggio. Inoltre, l’olio vegetale esausto riciclato può essere utilizzato anche per produrre lubrificanti, detergenti, saponi e altri prodotti chimici. Il che consente di ridurre l’impatto ambientale di un rifiuto altrimenti inquinante e favorisce una gestione più sostenibile delle risorse.

Il contributo di Adriatica Oli 

In qualità di azienda leader nella raccolta e rigenerazione degli oli vegetali esausti, abbiamo collaborato con l’Università Politecnica delle Marche per sviluppare uno studio tecnico-scientifico sugli impatti tecnico-funzionali, energetici e ambientali dell’effetto degli oli vegetali esausti in fognatura. Lo studio ha messo a confronto gli effetti di una gestione impropria degli oli rispetto a una gestione ottimale, che prevede la loro completa valorizzazione energetica.

L’impatto degli oli vegetali esausti. Analisi degli scenari

L’analisi ha prospettato due scenari: nello scenario 1, parte dell’olio esausto viene raccolto per la produzione di biodiesel mentre il resto viene sversato in fognatura; nello scenario 2, tutto l’olio esausto è raccolto e trasformato in biodiesel. Utilizzando l’analisi del ciclo di vita (LCA), sono stati quantificati gli impatti ambientali di ciascuno scenario.

Risultati dello studio

I risultati hanno mostrato che la completa raccolta dell’olio esausto comporta miglioramenti significativi in termini di eutrofizzazione delle acque e riduzione dell’impronta di carbonio. Lo scenario 2, in cui tutto l’olio viene raccolto, ha evidenziato una riduzione netta degli impatti di circa 382 abitanti equivalenti1 all’anno. Inoltre, la produzione elettrica da biodiesel da olio esausto come fonte combustibile può ridurre le emissioni di CO2 fino del 71,5%.

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Figura 1: Confronto scenari, Eutrofizzazione delle acque (Fonte: Valutazioni preliminari di impatti tecnico-funzionali, energetici ed ambientali dell’effetto degli oli esausti in fognatura)

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Figura 2: Confronto scenari, Cambiamento climatico (Fonte: Valutazioni preliminari di impatti tecnico-funzionali, energetici ed ambientali dell’effetto degli oli esausti in fognatura)

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Figura 3: Effetti dell’utilizzo del biodiesel sul cambiamento climatico.

Lo studio dimostra che una gestione ottimale degli oli vegetali esausti riduce gli impatti negativi sull’ambiente e sulle infrastrutture. Inoltre, offre vantaggi significativi anche in termini di sostenibilità energetica. 

I risultati dello studio rafforzano la nostra convinzione che valga la pena continuare a impegnarsi nella promozione di pratiche sostenibili e nella sensibilizzazione sull’importanza di una corretta gestione degli oli esausti. Solo così potremo contribuire attivamente alla salvaguardia dell’ambiente e al benessere delle comunità.

1 L’abitante equivalente è convenzionalmente definito come la quantità di carico inquinante biodegradabile prodotto ed immesso in fognatura da un abitante stabilmente residente nel centro urbano nell’arco della giornata.