A luglio 2013 si è costituita EWABA (European Waste Advanced Biofuel Association),
un’associazione europea di aziende che si occupano di raccolta e trattamento degli oli vegetali
esausti derivanti da frittura.
Ad oggi l’associazione è composta da 13 soci fondatori che rappresentano oltre 60 aziende, e vede
tra i suoi iniziatori l’amministratore unico di Adriatica Oli: Giorgio Tanoni (membro dell’Executive
Board di Ewaba nel ruolo di Vice Presidente) e, come rappresentante della ditta tedesca Petrotec-
Vital Fettrecycling, il Presidente di Ewaba: Michael Fiedler-Panajotopoulos. Hanno inoltre
contribuito alla fondazione dell’associazione:
-Sai Mitra Dittakavi della ditta Advait (Olanda)
-Yorgos KyriaKopoulos della Elin Biofuels/ Prasino Ladi (Grecia)
-Mathijs Brinkman della Van Wijk &Olthuis (Olanda).
Ewaba tutela gli interessi delle aziende di raccolta/trattamento degli oli vegetali esausti, e svolge
attività di lobbying presso le istituzioni europee con lo scopo di sostenere la causa ambientale e
promuovere un maggiore recupero, e dunque utilizzo, di una materia prima derivante da rifiuto e
perciò davvero sostenibile: l’olio vegetale esausto.
Adriatica oli e la causa di Ewaba
Biocarburanti ricavati dagli oli vegetali esausti invece che da piantagioni coltivate ad-hoc.
La normativa europea in materia di biocarburanti prevede che entro il 2020, del totale dei carburanti
immessi al consumo, il 10% provenga da fonti rinnovabili.
Adriatica Oli, anche per mezzo dell’associazione Ewaba, si sta impegnando affinché questi
carburanti ecologici
vengano prodotti utilizzando gli oli vegetali esausti, rifiuto che, altrimenti, sarebbe destinato allo
smaltimento.
Il fine dell’associazione è lodevole se si pensa che la normativa sta scatenando la corsa ai
biocarburanti derivati ad esempio da soia e palma, cereali e colza, con conseguente sfruttamento di
terre che potrebbero invece essere destinate alla produzione di alimenti.
La situazione è articolata e delicata, ed oltre ad implicare un aumento generale dei costi di alcuni
alimenti di prima necessità, ha causato l’espulsione di molte comunità dalle loro terre.
La possibilità di utilizzare gli oli vegetali esausti è al contrario un’alternativa sostenibile e a basso
impatto sociale.
Gli oli usati provenienti dalle cucine infatti, una volta raccolti e raffinati, possono essere impiegati
nella produzione di biocarburanti con il duplice beneficio di recuperare un rifiuto che inquina
acque, terreni e falde, trasformandolo invece in nuova energia utile.